Una natura che resiste all'incedere del tempo, è questa l'essenza dei paesaggi di pietra, dove frammenti di roccia emergono in tutta la loro forza primitiva sotto molteplici forme (u giacatu).
Addolcita nelle curve, ritagliata in spigoli e rientranze, la pietra segna il percorso che a dorso di mulo praticavano gli stanziati.
Un percorso che ci consente di intuire il forte legame tra l'identità culturale locale e le caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio, una terra difficile da lavorare, conquistata centimetro dopo centimetro grazie al lavoro di spietramento dei campi; un invito alla scoperta dell'anima segreta ed incontaminata del luogo, attraverso un cammino inconsueto fatto di indugi e contemplazione.
Era il sentiero più breve per raggiungere casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi; la trazzera corrispondeva ai canoni originari tracciati dalla comunità nativa del borgo, la quale dava particolare attenzione alla cura del paesaggio naturale, integrando in perfetta sintonia e in continuità funzionale ed estetica il territorio agricolo, accostando zone ombrose a terreni coltivati e viti allevate in pergole, ponendosi così in contrasto con il nudo e secco paesaggio dei latifondi vicini.
La grandezza e l'autorevolezza del Borgo si fondava anche sulla cura del paesaggio e su uno stile di vita molto attento ai canoni dell'estetica e della cultura.